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"Album di famiglia", di Franco Loi, resta alla memoria come un altro quaderno che tiene fermi alla vita dell'autore di origine genovese ma presto andato a Milano incontro alla lingua (che proprio milanese, per chi se n'intende, non è) che già l'aspettava. Venti poesie come un sostegno, un quieto parlare che sa di navigli e di ferro cittadino ma anche di mare e di neve che separa la Riviera dalla pianura padana. Un guardarsi e un trasformarsi che il poeta, libro dopo libro, da "Teater" a "L'angel", ha reso sempre più incandescente, sollecitando i ricordi e gli occhi di una famiglia che sono diventati specchi di una patria.